Sogin e la patata bollente del CEMEX

La società Penta System, facente parte del RTI aggiudicatario dell’appalto a Saluggia, avrebbe segnalato già dal maggio 2022 all’azienda di Stato che vi erano diverse anomalie nell’esecuzione dei lavori

Nell’ambito del programma di decommissioning dei siti nucleari il CEMEX (CEMentazione EurEX) è il complesso nel quale la Sogin intende cementare le soluzioni liquide radioattive presso l’impianto Eurex di Saluggia. Questo progetto purtroppo con il tempo è divenuto per l’azienda nucleare una vera e propria patata bollente. Il suo excursus storico parla chiaro e aiuta a comprenderne le traversie nelle quali quest’opera, fin dalla sua nascita, è più volte incappata durante la sua travagliata realizzazione.

Il primo intoppo

Già oggetto di una controversia, risalente al 13 settembre 2017, la Sogin per dei ritardi nei lavori aveva risolto, per inadempimento, il contratto alla mandataria dell’epoca, la Saipem S.p.A.*, vincitrice dell’appalto in RTI (Raggruppamento Temporaneo d’Impresa). Incominciano da quel momento a volare le carte bollate, il tutto finisce in tribunale il 22 febbraio 2018 e a tutt’oggi la vicenda è ancora oggetto di discussione nelle aule dell’organo giudiziario.

Corsi e ricorsi storici

Passano gli anni, ma a quanto pare non passano i guai per l’agognato progetto. Per la serie corsi e ricorsi storici, seppur con aspetti diversi, ecco riproporsi per la Sogin l’annosa questione del CEMEX con una seconda risoluzione contrattuale. Questa volta però ad anticipare la mossa dello scioglimento contrattuale e a chiedere i danni è il Consorzio Stabile Teorema, che il 10 novembre 2022 invia dapprima una diffida e poi a distanza di 19 giorni risolve il contratto con la Sogin.

Il secondo contenzioso

Stavolta quest’ultima arriva seconda rescindendo il vincolo contrattuale il 13 dicembre 2022, ritrovandosi così aperto un ennesimo contenzioso che, per alcuni tratti della vicenda, vale la pena approfondire anche per la sua rilevanza sociale. L’azienda nucleare guidata dall’amministratore delegato, ing. Emanuele Fontani (dirigente interno Sogin) e dal presidente, ing. Luigi Perri, affida nel mese di dicembre 2020 l’appalto di 107 milioni di euro del CEMEX al Raggruppamento Temporaneo d’Impresa con mandataria il Consorzio Stabile Teorema.

La società consortile CEMEX 2023

In seguito è costituita dal RTI una società consortile denominata CEMEX 2023 s.c.p.a., con il mandato specifico di realizzare i lavori ed essere il braccio operativo dove trasferire personale e mezzi. La Sogin anticipa 32 milioni di euro per i lavori, i vertici aziendali in pompa magna assicurano, nel mese di dicembre 2021, che c’è un lieve ritardo di un solo mese nella realizzazione delle opere rispetto alla tabella di marcia, ma a sorpresa un’ispezione dell’ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), sconfessa il tutto.

Il dettaglio che avrebbe dovuto far presagire gli eventi

La tesi è dunque smontata a soli 30 giorni di distanza, nel gennaio 2022, da questa Autorità che constata una dilazione di tempo di ben 10/11 mesi, anziché un mese, con dei lavori effettuati soltanto all’1% del realizzato. L’effetto patata bollente si ripropone ancora una volta, ma nessuno apparentemente sembra averne rilevato, nella circostanza, la sostanza di quanto questo dettaglio potesse far presagire per il futuro.

La vittoria di Pirro

Infatti 11 mesi dopo è risolto dalla Sogin, sempre per i ritardi, anche questo secondo contratto e con l’escussione della garanzia assicurativa, emessa dalla Elba Assicurazioni, oggi Revo Insurance, a favore del consorzio, rientrano nelle casse aziendali i 32 milioni di euro anticipati. “Un successo”. Così è clamorosamente definito da un’agenzia stampa, quasi in una sorta di incensamento verso qualcuno dell’azienda di Stato, rincarando la dose anche con: “A maggio 2022 il nuovo capo dell’ufficio appalti scovò e segnalò all’ANAC alcuni fatti anomali”. Casomai una vittoria di Pirro.

La mancata realizzazione del progetto

Detto fuori dai denti non si riesce a capire dove sia questo successo, ci mancava solo che non si facesse ricorso alla riscossione della garanzia dell’anticipazione contrattuale! Il dato che a quanto pare sfugge, anche con un certo stupore, è il piccolissimo dettaglio che, nella normalità, il vero successo sarebbe semmai rappresentato dall’effettiva realizzazione dell’impianto CEMEX e non nel cantar vittoria su un qualcosa che altro non farebbe che dimostrare delle presunte lacune nella gestione di questo appalto.

Il dubbio che vi fosse qualcosa che non andava

Poi se qualcuno vuol far credere che Cristo è morto di freddo, libero pure di farlo. Può essere davvero che nessuno si sia reso conto e abbia segnalato al vertice, oltre che alle direzioni acquisti/appalti e legale, che qualcosa in questo contratto non stesse funzionando? Sembra strano. Fermo restando il valore indiscusso della Sogin, certamente fa specie che all’interno dell’azienda, non certo tra i lavoratori che in questa faccenda non c’entrano nulla, ma tra la dirigenza non sia venuto il dubbio che si stessero verificando delle presunte violazioni.

Una società del RTI aveva segnalato alla Sogin delle gravi omissioni

Se non altro al fine di accertarsi che l’importo, di queste anticipazioni fatturate, venisse utilizzato adempiendo alle condizioni generali previste dell’appalto e non consentirne un eventuale utilizzo a secondo il caso che si ritenesse più opportuno. Eppure risulterebbe che sebbene una società facente parte del raggruppamento d’imprese, la Penta System, avesse in più riprese segnalato per iscritto, ad alcune direzioni della Sogin, diverse gravi omissioni da parte della mandataria (Consorzio Stabile Teorema), il silenzio sembrerebbe aver lo stesso regnato sovrano.

Non sarebbe scattato nessuna allerta

Tuttavia le comunicazioni inviate, molto esplicite e precise, avrebbero messo chiunque sul chi va là, ma questo livello di allerta per qualcuno nell’azienda nucleare di Stato non sarebbe stato sufficiente per far scattare delle decisioni drastiche che avrebbero cambiato il corso delle cose. Il contenuto delle missive elencavano dei fatti preoccupanti, ma a quanto sembra si sarebbe preferito cincischiare e non fornire alcuna risposta a chi li denunciava.

Le omissioni denunciate

In fondo cosa volete che sia l’omissione, da parte della società mandataria, dell’esibizione della copia dell’estratto del conto corrente dedicato alle transazioni finanziarie effettuate, dal quale era possibile evincere il rendiconto di come venissero utilizzate le somme delle anticipazioni ricevute. Oppure la bazzecola sulla quale era stata richiamata l’attenzione di alcuni dirigenti Sogin che venivano avvertiti, per tempo, della totale assenza di liquidità di cui sarebbe dovuta essere dotata la società costituita ad hoc per l’esecuzione dei lavori, la CEMEX 2023.

L’abbandono del cantiere

Quisquilie, pinzillacchere… Ancora una volta sembrerebbe che chi di dovere, all’interno dell’azienda nucleare, non si sia posto il problema di come, in assenza della solvibilità necessaria, la società che avrebbe dovuto assolvere al contratto di appalto potesse essere in grado di eseguirlo. Tanto è vero che il risultato catastrofico non si è fatto attendere, l’evolversi della pesante situazione debitoria avrebbe indotto, buona parte dei fornitori e dei professionisticreditori delle somme di denaro a loro dovute, ad abbandonare il cantiere con il conseguente blocco dei lavori.

Il contratto stipulato parlava chiaro

Sebbene il contratto stipulato tra la Sogin e il Consorzio Stabile Teorema sembrerebbe essere chiaro, quelle quisquilie non sarebbero così cosa da poco, anzi il tutto sarebbe messo nero su bianco in modo esplicito. L’azienda di Stato avrebbe potuto risolvere il contratto già da tempo prima, quando la società del raggruppamento d’imprese, Penta System, si era premurata di far presente che quei pochi pagamenti effettuati venivano da un conto corrente diverso da quello indicato contrattualmente, ma non solo.

Le clausole che sarebbero state violate

Nella gestione del contratto sarebbero state violate delle clausole inequivocabili, la “clausola risolutiva espressa” contenuta nell’art. 8.1.3 e quella sulla “tracciabilità dei flussi finanziari” dell’art. 9.2 delle “Condizioni Generali degli Appalti di Lavori”. Viene naturale pensare che se si fosse percorsa questa strada probabilmente il consorzio mandatario avrebbe avuto scarsi motivi di opporsi e qualora lo avesse fatto, quasi certamente, qualsiasi causa di risarcimento per danni sarebbe stata depotenziata.

Il contenzioso poteva partire da una posizione ben diversa

Praticamente in un contenzioso si sarebbe partiti da una posizione ben diversa da quella attuale, senza alcun vantaggio per la società mandataria. Un vantaggio scaturito anche da un’altra fortuita circostanza, all’apparenza inspiegabile, che sicuramente avrà una sua spiegazione logica, ma che al momento, comunque, non può che suscitare una certa curiosità.

La diffida ricevuta tramite PEC

A quanto risulterebbe il capo dell’ufficio legale della Sogin, che tra l’altro contemporaneamente è anche a capo dell’ufficio acquisti/appalti e presidente del comitato di qualificazione degli operatori economici, nonostante abbia ricevuto, in data 10 novembre 2022, tramite PEC (Posta Elettronica Certificata) un atto di intimazione e contestuale diffida ad adempiere dal consorzio, non abbia ritenuto opportuno impugnarlo.

A lume di naso

Peraltro il documento ricevuto era senza alcun dubbio perentorio: “ai sensi e per gli effetti dell’art. 1454 Codice civile che, in caso di mancato puntuale adempimento entro il termine assegnato, il contratto di appalto si intenderà automaticamente risolto di diritto con ogni ulteriore effetto e conseguenza”. A lume di naso si intuisce che trascorsi i 15 giorni ci si sarebbe dovuto attendere una risoluzione contrattuale da parte del Consorzio Stabile Teorema con l’eventuale richiesta di danni.

La tempistica

In effetti, con una tempistica svizzera, in data 29 novembre 2022, sembrerebbe essere arrivata la risoluzione con annessa richiesta di risarcimento di diversi milioni di euro. Il particolare che sorprenderebbe qualsiasi comune mortale è il lasso di tempo che sembrerebbe essere intercorso dalla data di ricevimento della PEC all’ufficio legale Sogin (10/11/2022) e l’effettiva trasmissione per conoscenza dell’atto agli uffici interni dell’azienda stessa, che parrebbe essere avvenuta solo il 30 novembre 2022. A conti fatti soltanto il giorno dopo l’arrivo della risoluzione contrattuale, palesata precedentemente nella diffida.

L’ipotesi protocollo

Forse un problema di protocollo? E il protocollo interno a chi farebbe capo e da chi verrebbe poi smistato, magari anche con una supervisione non ufficiale, per l’assegnazione di competenza? Sarebbe il colmo se, proprio nei primi giorni del mese di novembre 2022, per una iattura – ma sarebbe esclusivamente un caso – si fosse verificato un passaggio di questa funzione sotto un altro responsabile. Tralasciata questa ipotesi, fatto sta che rimane nella sostanza che l’azienda mandataria, in questo modo, sarebbe riuscita ad ottenere un apparente vantaggio essendosi attivata per prima.

Il quesito

Questo non toglie che forse in Sogin qualcuno abbia ritenuto che, comunque fossero andate le cose, il risultato sarebbe finito per essere sempre lo stesso, quello di un inevitabile contenzioso. Però rimane pur sempre un quesito meritevole di una risposta: “Perché gli uffici interni dell’azienda nucleare avrebbero ricevuto comunicazione della diffida solo dopo 20 giorni dall’avvenuta ricezione e non la si sarebbe impugnata come sarebbe solito procedere?

Le circostanze poco chiare

Molte circostanze apparirebbero ancora alquanto inspiegabili, non da ultima quella in cui non si sarebbe proceduto alla stessa risoluzione contrattuale in seguito all’omissione del coinvolgimento della Penta System nelle attività del cantiere CEMEX avente rilevanza nucleare. Una violazione che sembrerebbe anche questa ben chiara nel contratto di appalto siglato, esattamente specificata nell’art. 10.2 e nell’art. 13.5 alla voce “disciplinare di gara”.

La segnalazione all’ANAC

All’apparenza quindi vi sarebbero stati vari presupposti per poter consentire, a chi di dovere, di intervenire rapidamente risolvendo il contratto, ma questo purtroppo sembrerebbe non essere avvenuto. Naturalmente come da prassi, nella pubblica amministrazione, la Sogin ha segnalato l’accaduto all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) che ha il compito di verificare il comportamento avuto dalle società coinvolte nel contratto e eventualmente sanzionarle.

Il ricorso della Penta System alla magistratura e l’accesso agli atti all’ANAC

La sanzione è un provvedimento che comporta l’esclusione dalla partecipazione agli appalti pubblici per un certo periodo di tempo, cosa che per chi lavora principalmente nel settore pubblico rappresenta un rilevante colpo. Per questo motivo la Penta System, oltre ad aver fatto ricorso alla magistratura civile e penale, sembrerebbe che abbia richiesto e ottenuto dall’ANAC un accesso agli atti.

La salvaguardia della propria posizione

Il tutto certamente per salvaguardare la propria posizione, il buon nome dell’azienda e anche constatare se fossero stati depositati tutti i documenti relativi alle osservazioni che la stessa aveva inoltrato all’azienda nucleare, da quanto risulterebbe, fin dal mese di maggio 2022 e ancor prima. Questo per riscontrare se l’ANAC fosse in possesso di tutto ciò che necessita per avere un quadro completo del caso o magari non sia sfuggito, per pura distrazione non per altro, un qualcosa all’interno della Sogin da consegnare all’Autorità.

La terza riassegnazione dell’appalto

Checché se ne dica il risultato non sembra proprio essere un vero trionfo, come qualcuno vorrebbe far credere, la patata bollente rimane in mano all’azienda di Stato che, oltre al contenzioso, si accinge a ricominciare da tre, come nel famoso film di Massimo Troisi. E già, perché per la terza volta deve procedere alla riassegnazione dell’appalto.

Foto © Eurocomunicazione, Aucotec AG, ISIN, pentasystem.org, Recover Web, Dental Club, La Settimana Giuridica, FARE online

* In riferimento all’articolo “Sogin e la patata bollente del CEMEX” a firma di Alessandro Cicero, pubblicato da eurocomunicazione.com in data 16 marzo, SAIPEM precisa che:

  • relativamente al contratto di progettazione esecutiva, lavori, forniture e servizi per la realizzazione del complesso Cemex, da realizzare nell’impianto Eurex di Saluggia (VC), sottoscritto da SOGIN e Saipem in qualità di mandataria del RTI, fu Saipem a dichiarare in data 11.09.2017 la risoluzione del contratto a far data dal 17/08/2017 per grave inadempimento di SOGIN ex art. 1453 cod. civ., formulato in data 28.07.2017;
  • la risoluzione del contratto formalizzata da Sogin in data 13.09.2017 è pertanto successiva alla dichiarazione di risoluzione da parte di Saipem.

Pubblicato su: Eurocomunicazione

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Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma.

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