Sogin, tutto a posto e niente in ordine

Un documento dell’ISIN sconfesserebbe quanto affermato dall’ex Ad Fontani, in un video, sui ritardi nei lavori del Cemex. La possibile esistenza di una lettera di intimazione e diffida del consorzio aggiudicatario dell’appalto, non impugnata con le opportune motivazioni, farebbe nutrire forti dubbi anche sull’operato del capo del legale dell’azienda di Stato

Che tutto fosse apparentemente a postoma niente in ordine, in alcune vicende della Sogin era apparso chiaro fin da subito, come altrettanto chiaro era apparso che questo non lo riuscisse a vedere solo chi non lo volesse, semplicemente, vedere.

I casi che lasciano interdetti

Un sintomo che sarebbe comparso, all’interno dell’azienda, osservando casi come quello dei contratti con la Javys slovacca e del progetto Cemex,  oppure quelli di alcuni licenziamenti,  o ancora quelli dei rendiconti consegnati all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) e dei 10 milioni di perdita in bilancio, che a tutt’oggi lasciano interdetta l’opinione pubblica. Questi sembrano essere legati tra loro da due tragici fenomeni, quello di non voler stanare le cause all’origine e addivenire ad una verità, ma trovare sempre una via d’uscita per celarla.

La trasparenza

Eppure, per chi ha la premura e la voglia di andare sul sito della Sogin, non potrà fare a meno di notare che, in alto a destra, tra le quattro voci descrittive, campeggia ben in vista una voce in particolare: “Società trasparente”. Bene, a questa trasparenza, come cittadini italiani, ci appelliamo e ne rivendichiamo, guarda un po’, perfino il diritto alla sua applicazione, al fine che non rimanga una mera declamazione retorica, ma una effettiva garanzia di azione.

Il buio di alcune circostanze

Per questo si rende necessario che il Governo, il Parlamento e l’ARERA, nel buio di alcune circostanze Sogin, come quelle citate sopra, ci vedano chiaro, non solo per l’opinione pubblica, ma nell’interesse della stessa azienda di Stato e dei suoi lavoratori, che si ritrovano ad essere le vere vittime delle possibili scelte scellerate del management aziendale. Un esempio può essere fornito dal famoso contratto del progetto Cemex, pari a 107 milioni di euro, di cui abbiamo scritto in un precedente articolo.

L’ultimo episodio del contratto Cemex

Dove era stata posta l’attenzione sull’opportunità di aver verbalmente anticipato, pubblicamente, la risoluzione del contratto medesimo, da parte del commissariodott.ssa Fiamma Spena, prima che questo fosse stato eseguito nei fatti, cosa poi avvenuta solo il 13 dicembre 2022. Così da mettere il Consorzio stabile Teorema, vincitore dell’appalto nel dicembre 2020, nelle condizioni di risolverlo per primo, in danno alla Sogin, anticipando la mossa di ben un mese, con il risultato di aver pagato una prima tranche di 32 milioni di euro e poterne riprendere, se tutto va bene, solo il 10 per cento tra alcuni anni.

La risoluzione del contratto solo il 13 dicembre 2022

Eppure sembrerebbe proprio assurdo che tra i dirigenti, come chi a capo del legale dell’azienda vista la situazione non avesse segnalato, rapidamente, la necessità della risoluzione del contratto e atteso solo fino al 17 ottobre 2022 per avviare le procedure di contestazione al consorzio per gli inadempimenti contrattuali, per poi arrivare a disporne la risoluzione soltanto il 13 dicembre 2022. Come altrettanto insensato parrebbe che il capo dell’amministrazione e finanza non avesse suggerito, per tempo, l’escussione della fideiussione. Poi perché mai attendere fino al 17 ottobre 2022, quando già sarebbe stato tutto chiaro ben 9 mesi prima? Ma questo sarà più chiaro ai lettori in seguito.

La possibile esistenza di una lettera del Consorzio Teorema invita alla Sogin

Come è consuetudine le risposte molto spesso tardano a venire, ma questo non significa che le domande nel frattempo possano fare molta strada e fare affiorare altre riflessioni su delle contraddizioni che qualcuno potrebbe non aver notato sul contratto Cemex. Ma può essere che il Consorzio stabile Teorema (Cemex 2023), prima della risoluzione del contratto in danno alla Sogin, non abbia inviato alla direzione legale dell’azienda una lettera di intimazione e diffida ad adempiere?

L’ipotesi da non scartare

Potrebbe essersi verificato il caso che, una volta ricevuta tale dichiarazione, il direttore del legale non abbia risposto nel tempo occorrente o abbia preferito lasciar correre? Un’ipotesi peregrina quella della lettera inviata alla Sogin? Sicuri che sia così peregrina? E se invece esistesse e avesse una data ben precisa?

Le opportune motivazioni da opporre

Vorrebbe dire che qualcuno al legale, ancora una volta in questa peripezia Cemex, avrebbe posto la Sogin in una sorta di stato di inerzia, non impugnando per iscritto la irricevibilità di tale atto adducendone le opportune motivazioni. In conclusione, allo stato attuale, si sarebbero persi 22 milioni di euro dell’azienda e di riflesso pure dei cittadini italiani che la finanziano. E se la matematica non è un’opinione, 10 milioni più 22 milioni, fanno 32 milioni!

L’altra nota dolente

L’ARERA, che ha il compito di riconoscere i costi della Sogin, in tutto questo cosa avrebbe da dire, si vuole continuare a far pagare eventuali errori sempre ai cittadini, spettatori inermi di fronte a questi avvenimenti? Accadimenti nei quali non si sarebbe data la giusta rilevanza al fattore dei particolari. Uno su tutti: i ritardi. E qui si apre un’altra nota dolente.

La sorpresa dell’esistenza di un documento dell’ISIN

Infatti, da quanto risulterebbe da un documento di verifica dell’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione), consegnato al MiTE, oggi ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energeticagià al 31 dicembre 2021, le attività realizzate costituivano solo lo 0,5 per cento del complessivo importo contrattuale del progetto Cemex. I lavori sarebbero partiti a gennaio/febbraio del 2021, con delle spese pagate, per attività effettivamente eseguite, al 31 gennaio 2022, pari ad un importo di circa 551 mila euro.

L’analisi delle somme per comprendere

All’ARERA sarebbe stata comunicata una programmazione di spesa, da parte della Sogin, per lo stesso periodo, pari a 6 milioni e 900 mila euro. Dall’analisi di questi somme il calcolo è presto fatto, 6 milioni e 900 mila diviso i 12 mesi dell’anno, farebbe 575 mila euro, un importo che si avvicina molto a quello pagato per i lavori effettuati al 31 gennaio 2022.

Il video che la dice lunga

Si dedurrebbe, da queste cifre, che i lavori che sono stati realizzati in un anno, si sarebbero dovuti compiere in un solo mese. Strana questa cosa! Perché si dà il caso che, sempre nel mese di dicembre 2021, proprio l’ex amministratore delegato della Sogin, ing. Emanuele Fontani, abbia dichiarato in un video, qualcosa di diverso, cioè che i lavori del Cemex erano “in ritardo solo di un mese rispetto alla tabella di marcia.

Il ritardo effettivo dei lavori rispetto la tabella di marcia

Ma se fosse stato cosìil consorzio avrebbe dovuto fatturare lavori realizzati per un valore di quasi 6 milioni e 900 mila euro. Quindi, a conti fatti, il ritardo sarebbe di ben 10/11 mesi, a secondo del loro inizio. Certo, rispetto al documento dell’ISIN, bisognerebbe vedere a quale tabella di marcia facesse riferimento l’ex Ad perché, dalle sue affermazioni, parrebbe in netto anticipo sul ritardo!

Quel rapporto di credibilità-fiducia che vien meno nei cittadini

Poi c’è chi si domanda ancora il perché verrebbe meno quel rapporto di credibilitàfiducia dei cittadini nei confronti di alcune amministrazioni? Semplice! La domanda ha due possibili risposte. Una prima è racchiusa nello stesso illuminante video, dove qualcuno posto al vertice di un’azienda di Stato dichiara un qualcosa che non corrisponderebbe al vero. Tra l’altro dimostrando di non essere a conoscenza dei piani di lavoro, diciamola così, giusto per essere eleganti nella forma.

Il valore della nomina fatta dai commissari

La seconda è contenuta nella fiducia che si possa nutrire in quella nomina, fatta dai commissari della Sogin, dove a capo dell’accelerazione e monitoraggio del piano dei lavori di smantellamento degli impianti nucleari, è stato posto proprio quello stesso ex Ad, Fontani, commissariato, che nel video, rispetto a quanto rilevato dall’ISIN, non direbbe come starebbero veramente le cose sui lavori del Cemex. A questo punto, riflettendo, sarebbe lecito chiedersi: quante altre cose potrebbero essere state narrate in modo diverso? Il solo pensiero è davvero preoccupante, anche se alla fine la bugia e l’inganno hanno una data di scadenza e tutto si scopre. Nel frattempo però, irrimediabilmente la fiducia muore.

Un mondo parallelo

Sembra veramente di trovarsi in un mondo parallelo, forse lo stesso in cui potrebbero essersi ritrovati, a loro insaputa, la dott.ssa Fiamma Spena, il dott. Giuseppe Maresca e la prof.ssa Angela Bracco, commissari Sogin, dove a quanto pare le cose potrebbero essere diverse da come si farebbero apparire.

Il gioco di specchi

E a proposito di questo possibile gioco di specchi tra realtà e non realtà, nulla toglie che in un prossimo futuro ci si potrebbe ritrovare, come già accaduto in passato, dinanzi ad un’ennesima eventualità. Che qualcuno, con qualche astuzia, stia studiando il modo di eliminare, con un licenziamento dall’azienda, qualche altro dipendente scomodo perché non allineato con certe logiche precostituite di alcuni dirigenti.

L’astuzia non vede lontano

Non avendo il dono della chiaroveggenza e avendolo scritto in tempi non sospetti, se tutto ciò dovesse accadere, vorrebbe dire che purtroppo nella Sogin vi sarebbe proprio qualcosa che non quadra a monte e che meriterebbe più di qualche verifica. Però, come si sa l’astuzia è miope, vede bene soltanto ciò che ha sotto il naso, ma non vede lontano e perciò, spesso, finisce per cadere nella trappola che essa stessa ha teso.

L’eventuale mancata richiesta di alcuni costi all’ARERA

Il “diavolo fa le pentolema non i coperchi”! E a proposito di coperchi, sarebbe interessante sapere se la Sogin abbia chiesto all’ARERA le somme relative ai costi sostenuti per le consulenze, i servizi e i lavori relativi al Deposito Unico Nazionale. Questo solo per avere cognizione, sempre in base alla famosa trasparenza, se non vi sia stata qualche strana correlazione tra un’eventuale mancata richiesta, con i riflessi nella composizione del bilancio con la perdita di 10 milioni di euro e le accuse che sarebbero state formulate a dei dirigenti licenziati in passato.

Le verifiche fatte dai commissari

Anche perché sarebbe rilevante aver ben chiaro, se i commissari si siano preoccupati di effettuare delle verifiche, indipendenti, sulla correttezza della formulazione del bilancio stesso. Magari dando luogo alla produzione di un qualche documento che contenga le loro conclusioni, con tanto di firme apposte, anche sulla giusta applicazione delle procedure e delle attività effettuate dapprima in Sogin, avendone verificato la regolarità, la veridicità e la chiarezza degli elementi che avrebbero concorso alla sua composizione.

Ciò che appare poco plausibile

Dato il fatto che sembrerebbe poco plausibile pensare che non vi sia stata alcuna vigilanza e nessun approfondimento, da parte dello stesso Organo commissariale, su tali elementi e sia stato accettato passivamente quanto proposto internamente dalle direzioni dell’azienda, di fatto, anch’esse commissariate.

La possibile assenza delle opportune verifiche

Anche perché l’assenza di opportune verifiche, sulle attività interne, sui provvedimenti di tutela dell’azienda, dei suoi lavoratori e del patrimonio pubblico che la Sogin rappresenta, per chiarire la veridicità e la validità di quanto dichiarato dall’amministrazione commissariata, raffigurerebbe un eventuale mancato esercizio dell’Organo commissariale.

L’accettazione acritica di una narrativa

In quanto a quest’ultimo sono demandati “tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione della Sogin” (DL 73/2022, art. 34, comma 2, lett. C) e proprio l’eventuale mancato esercizio, scaturito da un’accettazione acritica della narrativa interna all’azienda, potrebbe celare altri scopi (vedi per l’appunto i contratti Javys e Cemex, i licenziamenti, i 10 milioni di perdita in bilancio, l’ARERA), che porterebbe a configurare un possibile grave inadempimento nelle attività di gestione di un’azienda di Stato. Nel frattempo l’auspicio per noi cittadini e per i lavoratori della Sogin è che si possa passare dalla famosa tabella di marcia del video, ad ingranare la marcia, quella corretta della oggettività, senza stratagemmi di alcuna sorta, questo nel rispetto dell’azienda e anche dei contribuenti.

Pubblicato su: Eurocomunicazione

Foto e video © Alessandro Cicero, Eurocomunicazione, Giornale La Voce, Quotidiano Piemontese, ISIN, Sinonimi e Contrari, lentepubblica, Recover Web

Informazioni su Alessandro Cicero 89 Articoli
Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*