Sogin, l’ordinanza del Tribunale di Roma, l’agenzia stampa e il retroscena che non esiste

Le carte del provvedimento del giudice del lavoro, oltre a sancire il licenziamento ingiustificato dell’ex dirigente dell’azienda nucleare, dott. Luca Cittadini, smentiscono il retroscena sostenuto dall’agenzia stampa AGEEI

Spesso accade che grandi titoli annunciano degli avvenimenti, e spesso accade che essi non abbiano alcun rapporto con i resoconti. Almeno così appare, leggendo alcune notizie diffuse da un certo modo di fare informazione che, francamente, lascia più di qualche perplessità sulla dinamica. Il caso specifico è quello dell’ordinanza, emessa dal Tribunale di Roma, a riguardo di uno dei quattro licenziamenti avvenuti nell’azienda di Stato Sogin, quella dello smantellamento delle ex centrali nucleari italiane, di cui da tempo ne seguiamo le vicende.

A poche ore dal nostro articolo del 2 febbraio

Recentemente, dopo l’uscita di un nostro articolo sul tema, per l’esattezza lo scorso 2 febbraio, a poche ore di distanza, sarà una coincidenza, un’agenzia stampa, l’AGEEI, ha pubblicato con una certa enfasi l’esistenza di un retroscena nella notizia dal titolo: “Sogin, da ordinanza emergono incontri nel 2015 tra dirigenti licenziati e imprese che si sarebbero poi aggiudicate gli appalti milionari”. Per avallare maggiormente la tesi contenuta nel pezzo è riportato, tramite un’immagine, uno stralcio contenuto nell’ordinanza emanata, dal tribunale, il 07 gennaio 2023.

La mancata precisazione

Peccato che allo stesso tempo non venga precisato, con altrettanto slancio, che il testo così acutamente illustrato non sia altro che la parte in cui, sempre nel provvedimento del tribunale, vengono esposti i fatti accaduti ai fini della loro ricostruzione. In poche parole, l’atto di accusa che il management della Sogin aveva mosso nei confronti del dirigente, nel caso specifico il dott. Luca Cittadini, di cui era stato esaminato il ricorso.

Il retroscena smentito dal contenuto del giudizio

Partendo dal presupposto che un retroscena, per sua natura, dovrebbe rappresentare quel qualcosa che deliberatamente si vuole nascondere per non essere portato alla conoscenza di nessuno, sommessamente facciamo notare, a chi ha riportato il presunto colpo giornalistico, che in questo caso quel qualcosa non è così sconvolgente come lo si vorrebbe far apparire. Del resto a smontare lo stesso retroscena, fornito dall’agenzia stampa, e anche contestato dall’azienda allo stesso dott. Luca Cittadini e agli altri dirigenti licenziati, è la medesima sentenza del Giudice del Lavoro, basta leggere pagina 10punto 2 per comprenderlo.

Quanto rilevato dal tribunale sulla questione specifica

“Contestazione relativa ai contatti avuti ante tempus con il fornitore: premesso che non è emerso che la gara sia viziata e che l’aggiudicazione alla RTI Saatchi & Saatchi – Starcom s.r.l. sia avvenuta illegittimamente, il contatto informale avuto pochi giorni prima dell’aggiudicazione tra il Colosi e i cd. creativi della società – peraltro voluto e approvato dai vertici aziendali e finalizzato alla miglior riuscita della campagna di informazione appare essere stato, ad una valutazione ex post, del tutto innocuo stante poi l’effettiva  aggiudicazione; né esso ha cagionato alla società alcun danno di immagine in quanto da tutti ignorato”.

Basta leggere le carte

Eppure era sufficiente che l’autore dell’articolo, dell’agenzia giornalistica, leggesse bene il contenuto della decisione del giudice, per farne un’analisi puntuale dell’accaduto, senza basarsi lombrosianamente su quanto una circostanza potesse attribuire un qualcosa di sospetto, quasi a voler dare l’impressione di far affiorare una trama più per necessità che per obiettività. Facendo così cadere il lettore in un tranello, ci auguriamo involontario, quello di indurlo a pensare che in chi è sottoposto a delle accuse comunque si debba, per forza di cose, trovare una colpa che, da quanto emerge, nemmeno il giudice attribuisce.

Il termine che stride

E di certo non perché questi, “siccome trattandosi di rito Fornero, era chiamato a una visione sommaria dei fatti”, come asserito dall’agenzia stampa, tanto per far intendere che il giudice abbia espresso un primo giudizio superficiale dei fatti. Come appare altrettanto chiaro che l’attuale verdetto, in questa prima fase, era rivolto esclusivamente a constatare l’esistenza, o meno, della giusta causa del licenziamento del dott. Cittadini, atto poi ritenuto ingiustificato.

Il passaggio alla “cognizione piena”

Cosa ben diversa, invece, è la questione sollevata, sempre nello stesso articolo, dell’eventuale ritorsività non riconosciuta, al momento, al ricorrente, dove è evidente che il giudice non abbia, per adesso, avuto modo di verificare il tutto, attraverso l’analisi delle testimonianze, dovendo ancora passare alla cosiddetta “cognizione piena”, prevista dal rito Fornero. Sta di fatto che rimangono pur sempre delle particolarità in questa intrigata questione. Infatti, se si legge attentamente quanto contenuto nell’ordinanza, un altro dato contenuto a pagina 7punto 5b colpisce l’attenzione più che mai. Strano che l’AGEEI non ci abbia fatto caso.

Ciò che il giudice ha trovato singolare

Vi è un passaggio in cui lo stesso giudice trova singolare che nella lettera di contestazione degli addebiti, dopo l’illustrazione delle verifiche svolte e all’esito delle quali erano emerse le responsabilità attribuite al dott. Cittadini, Sogin non citi la relazione conclusiva della task force interna. Per una completa informazione, quella guidata dal dott. Luigi Cerciello Renna. Di tale relazione non se ne trova traccia neanche nel giudizio intrapreso, ma la Sogin si limita a fare riferimento a tali accertamenti, compiuti dalla task force, dal dicembre 2020, senza mai indicare una data conclusiva degli stessi e produrre alcun atto che ne illustri gli esiti.

Quello che l’azienda non ha dimostrato

A quanto sembra, l’azienda non ha dimostrato in modo preciso che i fatti addebitati all’ex dirigente siano stati scoperti solo all’esito dell’istruttoria e dell’indagine ispettiva avviate dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), unitamente alla task force interna, le cui prime conclusioni sono pervenute il 19 ottobre 2021. Davvero insolito.

L’affinità tra l’agenzia stampa AGEEI e Agricolae

Per una fortuita concatenazione degli eventi, insolita è anche la straordinaria affinità che vede protagonista l’agenzia stampa del retroscena riportato, l’AGEEI, con un’altra agenzia stampa dal nome Agricolae, entrambe di aver la loro sede allo stesso indirizzo e fino al 21 marzo 2021, se non ricordiamo male, anche risultanti avere la stessa partita IVA, che però ora risulta essere diversa solo per l’AGEEI.

Il mondo è davvero piccolo

Ancora una volta, a dimostrazione di quanto il mondo sia davvero piccolo, in questo dettaglio si racchiude un ulteriore convergenza del fatoAgricolae è l’agenzia stampa dove si trovano delle pubblicazioni inerenti il dott. Luigi Cerciello Renna, risalenti a qualche tempo fa, prima che entrasse in Sogin. Una combinazione incredibile, in quanto si tratta della stessa persona che l’azienda nucleare mise a capo della task force che aveva svolto le verifiche interne proprio sul dott. Cittadini e gli altri tre licenziati. Naturalmente tutto ciò è solo un caso.

La combinazione

Come ancora, senza altro, è una banale combinazione il fatto che l’AGEEI, abbia pubblicato, in passato, un rapporto della Ernst & Young, commissionato dalla Sogin (proprio per accertare i fatti che poi sono confluiti come atti per la decisione del tribunale), che sarebbe dovuto rimanere riservato, al punto tale che coloro che ne fossero stati autorizzati all’accesso, quindi quei pochi in possesso di tali dati all’interno dell’azienda, avrebbero dovuto adottare ogni eventuale precauzione, al fine di impedirne la divulgazione a terzi non autorizzati.

E continua ad essere nuovamente un’accidentalità che sempre la stessa agenzia stampa, collegata all’Agricolae, prima che si sapesse dei possibili licenziamenti e dei relativi nomi, che tra l’altro risulterebbero non essere mai stati comunicati ufficialmente dalla Sogin, ne sia comunque venuta a conoscenza e sia stata così solerte nel darne la notizia. Ovviamente, anche in questo caso, solo fortunose coincidenze.

Alessandro Cicero

Foto © Eurocomunicazione

Pubblicato su: Eurocomunicazione

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Alessandro Cicero è nato in Africa settentrionale, da genitori italiani di origine siciliana, si è trasferito da piccolo nella città di Salerno, oggi vive a Roma.

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