La sfiducia della maggioranza degli italiani verso chi fa politica e siede in Parlamento aumenta sempre più facendo sviluppare un divario tra il palazzo e i cittadini
La maggior parte degli italiani, dati alla mano, risultano essere sempre più stanchi e nauseati, per non dire oramai scoglionati – lasciatemi passare il termine – da questo modo, di molti esponenti politici, di intendere e fare politica nella nostra Nazione. Sembra non esserci più una visione, una direzione che faccia comprendere cosa davvero si vuol realizzare e come lo si voglia raggiungere.
L’enorme distanza tra chi fa politica e la gente comune
Come rassegnata, avvolta in sé stessa, la politica appare sempre più all’orizzonte distaccata dai problemi oggettivi del cittadino comune. Gli sproloqui televisivi di buona parte degli ospiti politici seduti, comodamente, sulle poltrone nei talk show fanno intendere, purtroppo, quanto sia enorme la distanza tra questi e la gente comune. L’ottusità nel continuare a non cogliere questa sostanziale disaffezione, inevitabilmente, porterà ad avere un divario sociale sempre più ampio.
Distinti e distanti
Con tre blocchi distanti e distinti tra loro, la politica rannicchiata nel suo stesso coacervo, la media e piccola impresa in sofferenza e i cittadini, principalmente l’anello debole della catena. Questi in gran parte disillusi, stanchi per le troppe volte che sono stati presi letteralmente per i fondelli, tirati per la giacchetta dai proclami di alcuni partiti, con la mera illusione di un cambiamento, si sono ritrovati, alla fine della fiera, traditi dalle promesse sbandierate ai quattro venti.
Il partito trasversale del “faremo”
Il partito del “faremo” è divenuto nel tempo la forza politica trasversale più consistente, sicuramente maggioranza in Parlamento. Già, ma con il “faremo” i cittadini italiani non tirano avanti le loro famiglie, non pagano né le bollette, né i mutui, né gli affitti, né le spese per i loro figli. Eppure si continua a sentire da più parti esclamare, in modo imperterrito, la parola “faremo”.
Se si invertisse il fattore
Pensate solo per un momento se si invertisse il fattore, e quando ci siano da pagare bollette, mutui, affitti e tasse, i cittadini rispondessero in coro “lo faremo”, però senza mai metterlo in atto. Le aziende fornitrici di servizi ai cittadini/utenti taglierebbero luce, gas e acqua. Le banche pignorerebbero i conti e la casa di quei cittadini colpevoli di tale omissione. I proprietari di casa procederebbero con gli sfratti e, dulcis in fundo, per le tasse arriverebbe come una mannaia l’Agenzia delle Entrate.
Ciò che conta sono i fatti e non le parole
Il famoso “faremo” per il cittadino o l’imprenditore non vale, ma gli italiani devono crederci quando a dirlo, con grande enfasi, sempre da quella vasta tribuna televisiva, sono gli stessi che, ieri come oggi, quel “faremo” lo hanno retrocesso alla mancanza di volontà di farlo. Qualcuno dovrebbe segnalare a lor signori che ciò che conta sono i fatti e non le parole. E i fatti sono che ci ritroviamo con un folto numero di politici che hanno fatto rimpiangere, sembra strano affermarlo oggigiorno, quelli del passato.
La risposta nel pensiero di Eraclito
Basta volgere il pensiero a quelli che nella scorsa e/o nell’attuale legislatura, per non andare tanto lontano, dopo che per ogni giorno hanno indottrinato la gente di stare dalla loro parte, poi ciò che di fatto hanno scelto di fare è stato di rimanere incollati dalla parte della poltrona, probabilmente tanto agognata da costoro. Eraclito diceva: “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi”. La risposta è tutta in questa frase.
Un popolo di santi, poeti e navigatori
Oggi, molti di coloro che una volta ascesi al ruolo di parlamentari, rispetto a quello che propinavano nelle piazze alla folla, in un recente passato, è stato davvero ciò che poi hanno fatto, in secondo luogo, cosa sono diventati? Ma soprattutto cosa hanno fatto diventare il nostro Bel Paese? È vero, siamo un popolo di santi, di poeti e di navigatori, ma non per questo si ci possa aspettare che gli italiani continuino, a testa bassa, a subire dei martiri economici per divenire santi, continuare a varcare come dei poeti la porta dell’ignoto o percorrere un viaggio, per interessi di sopravvivenza altrui, con una navigazione a vista, magari di sondaggi, se proprio la si vuol dire tutta.
L’incoerenza di chi fa politica
Lo spettacolo al quale si assiste è alquanto deplorevole, da far cadere le braccia, con forze politiche che, se anche nella maggioranza di Governo, fanno del tutto per smarcarsi dai provvedimenti dello stesso. Con questo sistema, di fatto, altro non fanno che seguitare ad infinocchiare gli italiani, se non sei d’accordo su qualcosa non la voti e basta, semplice. Forse troppo naturale come linea da seguire.
Una messa in scena troppe volte già vista
Se proprio non si trattasse di una misera sceneggiata, dovrebbero agire di conseguenza in base a ciò che sostengono in pubblico, quindi che ritirino i loro ministri dal Governo. Se non lo fanno è solo perché è un banale specchietto per le allodole, riorganizzarsi e fare un po’ di manfrina d’opposizione in vista delle elezioni. Venghino signori venghino, altro giro, altra giostra, come al luna-park, solo che i gettoni li mettono i cittadini di tasca loro.
La fuffa si combatte con la qualità
Gli italiani meriterebbero una classe dirigente politica, meno avulsa che sappia cosa significhi impegnarsi per il bene della propria Nazione, che sappia ascoltare la pancia di questa e proporre delle soluzioni, che abbia in primo luogo il pudore di dire quello che pensa e fare quello che dice. Il resto è solo fuffa e la fuffa si combatte soltanto con qualcosa di alternativo, ma di qualità.
Pubblicato su: Eurocomunicazione
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